giovedì 30 ottobre 2008

Geometria generalizzata e modelli sigma non lineari

Dopo aver espletato (quasi completamente, domani mi aspetta Il Pranzo dei Dottori) le esigenze mondane, i festeggiamenti ed i complimenti (a cui rispondo con sentiti ringraziamenti, ma mi schermisco dicendo che non ho fatto niente di importante), vediamo di fare qualcosa di utile, e parliamo in summa della tesi e del suo contenuto scientifico.

In queste ore sto esplorando gli strumenti che Internet mette a disposizione per fornire la maniera più interessante di "replicare" la mia presentazione; e, una volta fatto ciò, pubblicherò anche la versione digitale della tesi (non la mando ad arxiv perché è scritta in italiano). Per ora, mi limiterò a descrivere agli interessati il contenuto ed i risultati raggiunti.

Nella tesi abbiamo studiato gli aspetti geometrici soggiacenti alla teoria dei modelli sigma non lineari, ed in particolare alla loro estensione supersimmetrica. Poiché allo stato attuale della ricerca sembra che tutte le strutture geometriche che nascono dalla richiesta di invarianza per gruppi di supersimmetria siano riconducibili a casi particolari di una struttura chiamata Geometria Complessa Generalizzata, nel corso della tesi abbiamo delineato e seguito il percorso di sviluppo della geometria differenziale dalla nozione di varietà complessa fino alle moderne varietà complesse generalizzate, in particolare attraverso lo studio della teoria dell'algebroide e del bialgebroide di Lie. La nozione di algebroide di Lie permette di riguardare sotto un punto di vista comune tutte le varietà dotate di struttura tensoriale semplice (ad esempio le varietà complesse, le varietà di Poisson e le varietà di Nijenhuis), mentre la nozione di bialgebroide di Lie offre una cornice concettuale sotto cui affrontare le varietà bistrutturate (come le varietà di Poisson-Nijenhuis). In particolare, abbiamo affrontato e mostrato come le varietà di Poisson-Nijenhuis abbiano la struttura di bialgebroide di Lie. Abbiamo poi considerato la nozione di algebroide di Courant, che unifica il fibrato tangente e cotangente nella loro somma diretta che è detta il doppio da cui prende le mosse la definizione di struttura complessa generalizzata; è stato messo in luce come una varietà complessa generalizzata possa essere considerata una varietà dotata di tre strutture tensoriali (al posto che di una struttura $D\to D$) con opportune condizioni di compatibilità, che permetterebbero anche un loro indebolimento che porti ad una "varietà di Nijenhuis generalizzata".

Presto presentazione e/o tesi, su queste pagine.

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mercoledì 29 ottobre 2008

Ora con un Titolo di Studio

Ero tentato di non scrivere niente, ma poi ho pensato sarebbe stato piuttosto ipocrita, e dunque eccomi. Dopo la lunghissima giornata di ieri, mi ritrovo con un impegno in meno ed un pezzo di carta in più (pezzo di carta affatto virtuale, per ora, ma quel che conta è il pensiero). Giornata lunghissima perché iniziata, secondo gli imperscrutabili disegni di Coloro Che Regolano Il Sonno, alle quattro antimeridiane.

Dopo aver realizzato che sfidarli era uno sforzo inane, mi sono alzato e preparato; in modo di essere pronto approssimativamente alle sei e mezza; e la seduta iniziava alle quattordici e trenta. Sono andato a Milano al mattino, dunque, anche e soprattutto per assistere alla seduta di molti colleghi. Troppa cortesia, temo, anche perché sei tesi di Particellari una dietro l'altra sono presto diventate indistinguibili alle mie orecchie (e, soprattutto, se fosse stato il primo a fare tutte le possibili e più perverse misure usando un bolometro a dire cosa sia un bolometro, invece dell'ultimo...); ed essere surclassati dal paragone, perché questi sei particellari (o meglio, cinque particellari ed un teorico venduto), hanno organizzato una specie di ricevimento, nel tunnel del blocco di Scienze, mentre noi ci siamo salutati e siamo andati ciascuno ai propri luoghi.

È venuto, dunque, il momento atteso. Dopo pranzo, seduti ai tavolinetti metallici ricoperti da non-si-sa-cosa-di-appiccicoso dell'area relax, abbiamo messo sul medesimo laptop le presentazioni e siamo saliti all'aula tesi, giusto per aspettare, in piedi al caldo soffocante e stipati assieme a tutto il pubblico che la commissione arrivasse, che si riuscisse a far partire il proiettore (non facile), che la commissione decidesse il da farsi (un quarto d'ora a parlare dietro i vetri non si sa di che), e poi dare il via alle discussioni. È stato scelto l'ordine più razionale possibile, cioè quello alfabetico (potrebbe non sembrare chissà che risultato, ma è capitato di assistere a sedute alla chi vuole venire?), e dunque mi sono ritrovato a discutere nella comoda posizione di secondo. Credo, poi, di aver abbastanza dignitosamente resistito alle domande della commissione, in particolare di un Destri scatenato (più con gli altri che con me, almeno apparentemente) . E, dopo aver preso la mia dose di applausi da parte di una platea più perplessa ancora della media delle platee di un esame di laurea in fisica (ho trovato una sola persona che dicesse "ho capito qualcosa di quello che hai detto", di matematica), ho atteso con pazienza che finisse il rito delle discussioni, e con meno pazienza che finisse quello degli scrutini. In modo da notare l'assoluta anarchia che regna nelle commissioni di laurea quando si tratta di fare la proclamazione. Avevo sentito, un mese fa, con i poteri a me conferitemi dal Magnifico Rettore, vi dichiaro Laureati in Fisica, ma mi era sembrata una formula un po' inventata (anche perché sono quasi sicuro che nella formula ci debba essere "dottori", ma c'è questa specie di idiosincrasia nei confronti del termine per le lauree triennali che i professori non riescono a digerire); ieri mattina si era proclamati dottori in fisica (triennale), e ieri sera ci è stata conferita la Laurea triennale in Fisica. Dopo brevi convenevoli (brevi anche per il fatto che ormai erano le sei di sera) ci siamo tutti dispersi, e siamo tornati a Bergamo per la cena. Baccalà.

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lunedì 27 ottobre 2008

FB e decreto Gelmini

Amici di colori politici diversi mi invitano ad aderire a questo o quel gruppo di pro o contro; per non accontentare nessuno, ovviamente, mi astengo. Anche perché il mio giudizio in merito è ambivalente...sarebbe divertente rispondere Yes a tutti gli inviti.

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domenica 26 ottobre 2008

In paroecia quando sumus

Fine settimana movimentato, senza essersi allontanati, né fisicamente né - soprattutto - con la testa, dalla parrocchia e dall'oratorio. E non c'è bisogno di nessun bigottismo che, comunque, non abita in questi luoghi, per passare comunque del buon tempo, divertirsi e svolgere, si spera, anche una funzione utile.

Tutto, come al solito, incomincia venerdì con l'incontro di catechesi per gli adolescenti ed i giovani. Tra l'altro, per la prima volta di quest'anno (ma, in buona approssimazione, anche dell'anno scorso) sono arrivato in anticipo rispetto all'orario nominale (in ritardo rispetto all'orario effettivo è impossibile, visto che si fa sempre una gran fatica a trascinare il centinaio di adolescenti dall'oratorio alla chiesa vecchia di Scanzo e ritorno). Per il gruppo di V Superiore ed il gruppo giovani battezzato G6 il programma, dopo la consueta preghiera tfiutti insieme, prevedeva la visione del film Mary di Abel Ferrara (tra l'altro, premio giuria cattolica a Venezia 2005); film di discussione, secondo la definizione del curato don Alessandro; discussione, a dire il vero, che sarebbe partita forse se avessimo incominciato prima, perché adolescenti e giovani hanno meno resistenza di quanto pensassi, e finito il film più che riassumerlo non erano in grado di fare. In teoria, doveva esserci un momento di riflessione per quelli di V, onde sistematizzare le questioni aperte sul rapporto con Dio; in pratica, è stato un fare l'ennesima volta il punto (che poi sarà da rifare, temo, in quanto settimana prossima c'è il film per tutti). Ma intorno alle undici è difficile sia che rimanga in mente quello che si dice, sia che si sia disposti ad intervenire in maniera produttiva. Pertanto, l'attività più produttiva della serata è stato il successivo trasferimento all'Ein Mass di Torre, tra qualche educatore e qualche giovane, i cui discorsi (tra l'altro nel cui dovrei esserci anch'io, ma per qualche forma di pregiudizio, o a ragion veduta, salta sempre fuori che tu non puoi parlare di queste cose, e dunque non posso essere incluso nel novero) non sono riportabili né qui né altrove. Altre due birre in meno da provare dalla carta.

Mentre la gran parte degli amici di partito, e diversi compaesani, scendevano a Roma, il mio sabato mattina è stato dedicato alle ennesime prove della presentazione della tesi, con vari ed eventuali aggiustamenti alla presentazione, mentre nel pomeriggio ho atteso a preparazioni meno fondamentali ma non per questo trascurabili in vista dell'esame di laurea. Per cena ero stato invitato, insieme a Fabio, al diciottesimo compleanno di uno dei miei adolescenti di catechismo, che non festeggiava in un esclusivo esasperato lounge bar come quell'altra volta, ma più semplicemente all'Oratorio di Negrone. E, difatti, si è mangiato in abbondanza (e bevuto molto meno); ma, dopo la cena, è venuta la parte migliore dell'affare: il film di Futurama (non si capisce perché è passato al cinema il molto meno speciale film dei Simpson, e questo è stato dimenticato); al cui termine, mentre le brave ospiti (e, al solito, il brave è per la maggior parte ironico) andavano a casa perché erano passate le undici e trenta, noi tiravamo la mezza ed il relativo effettivo compleanno del festeggiato guardando spezzoni del film di Jackass che (tra le altre cose) gli avevamo regalato.

Ma la vera giornata campale è stata oggi, domenica. Centosessantaerottesimo anniversario della dedicazione della parrocchiale, e solenne ingresso del nuovo Prevosto di Rosciate (il titolo prepositurale è una storia lunga), don Fabrizio Lazzari. Con tutto il contorno di eventi che un fatto del genere comporta, e per affrontare i quali anche l'ora ulteriore di sonno non è sufficiente. Accoglienza alle ore dieci presso il monumento Cristo Porta Di Vita, messa solenne di ingresso con il vicario ed i sacerdoti del circondario; dopo la messa, pranzo per i parenti del neopastore (orribile neologismo, in quanto mischia greco e latino), per i membri del Consiglio Pastorale, del Consiglio d'Oratorio e del Consiglio degli Affari Economici; dunque, tra gli altri anche per me. Pranzo come sempre impegnativo, anche perché si è sfiorata la crisi in merito alle competenze ed alle riunioni del Consiglio d'Oratorio, e finito per le quindici e trenta. Quando alle sedici e trenta sarebbe iniziato lo spettacolo di benvenuto, durato poi fino alle diciotto e seguito dal lungo rinfresco (è vero che tutti i presenti al pranzo erano ben più che pieni, ma la gola non sarebbe un vizio se ci si limitasse a mangiare quando si ha fame) che ha concluso la serata, la festa, l'accoglienza ed anche il fine settimana. Tutto in parrocchia.

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L'abbaglio della demagogia


«La piazza chiede...»

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venerdì 24 ottobre 2008

L'unico, il mitico, KoSSiga!


Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008
INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI - ROMA PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l'uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? «Dipende, se ritiene d'essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.
Ma poiché l'Italia è uno Stato debole, e all'opposizione non c'è il granitico Pci ma l'evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia»
.
Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno».
Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio».
Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.
E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

È dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile.
Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo»
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Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».
Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all'inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com'era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.
La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c'è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente»
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CONFRONTO «Ieri un Pci granitico oggi Pd ectoplasma Perciò Berlusconi dev'essere prudente»

Ora, non vi devo certo dire io che Internet, Facebook ed un po' tutti i blog sono pieni di gente che si scandalizza per questa intervista. Io stesso, che pure ho una simpatia istintiva per Cossiga, dalle frasi riportate avevo giudicato questa intervista come una fortissima provocazione, allo scopo di far riflettere sui meccanismi non proprio limpidi dell'Italia repubblicana e sul fatto che la violenza di Stato non è uno scandalo; concetto che, invece, è patrimonio di tante anime pie.

Leggendo tutta l'intervista, però, a me sembra chiaro che l'obiettivo sia un altro, cioè le analogie (che, ad ogni modo, io non vedo) tra l'agitazione di questi giorni ed i disgraziati '68 e '77 (ma più che altro '77); e come una maggior vigilanza (ed un intervento più deciso) ci avrebbero risparmiato anni grigio...piombo. E, comunque, occupare è illegale. Fare lezioni in piazza, no; e tra l'altro credo sia anche una modalità di protesta interessante.

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mercoledì 22 ottobre 2008

Kraftwek - Radioactivity

Suoneremo anche noi elettronica dal vivo, più o meno presto...intanto ascoltiamo i maestri

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Occupazioni

Bei tempi, quelli in cui s'invocava il coraggio del Preside affinché si decidesse a chiedere che la Forza Pubblica scacciasse dalla palestra trasformata in bivacco di manipoli e dalle aule sorde grigie ed invase da esseri subumani, che niente avevano a che fare col Lussana, gli occupanti i loro capi ed i loro ispiratori; perché lo stanco rito dell'occupazione di Santa Lucia era ingiustificato, inutile ed illegale. E, nonostante il freddo gli insulti i rischi non indifferenti (e le frequentazioni politiche inconfessabili, dal togliattiano doc al nostalgico dell'olio di ricino), bei tempi quelli del presidio permanente sul marciapiedi di fronte al cancello. ché la gente vera aveva bisogno di voti prima della fine del trimestre, e non veniva a scuola né per giocare al rivoluzionario né per non andare a lavorare (ché, in tal caso, vedeva il cancello sprangato e si infilava nella sala giochi).

Ora abbiamo la Statale occupata (ed uno pensa sia un fatto grave, ma si apprende che la Statale è un po' come la Sapienza, ed anzi è praticamente in perenne agitazione), il Politecnico che fa lezione in strada (ma non in piazza Duomo o Cadorna, troppo comoda!, la facciano in mezzo allo smog di Città Studi), e noi - ta-dah! - NIENTE. Sempre più contento di non essere andato alla Statale.

O meglio (poveri i rappresentanti con tutto il loro impegno), non è che da noi non si faccia niente. Non si fa niente di mediatico e/o illegale, ed anzi si collabora fattivamente con i Presidi di Facoltà.

Per quanto riguarda la polemica odierna in merito alle parole di Berlusconi, devo confessare che sono sempre stato poco politico in queste cose. Mai come Parietti che passava subito alle vie di fatto, ma insomma la Forza Pubblica serve ad impedire l'illegalità, e se le manifestazioni sconfinano nell'illegalità è inutile star lì e parlare di diritti vari, di democrazia & co. Oggi si fa polemica perché si richiede a chi di dovere di far rispettare le leggi. Soffiare sul fuoco! Si vergogni anche il buon Walter. E si descandalizzi la Picierno (cfr. FB).

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lunedì 20 ottobre 2008

Pillola di Libertà

La mia libertà finisce dove incomincia quella degli altri

Per essere inglesi, cagata. È incredibile quante stupidaggini si nascondano dietro il politically correct. Sembra che gli estensori del concetto non siano in grado di accettarne la portata, e dunque ci appongano limiti surriettizi. L'altro? E chi sarebbe? Che diritto ha su di me?

Diciamo le cose come stanno, invece. Poiché non si riesce a concepire che Libertà non sia uguale a Bene, e poiché, di fatto, dalla libertà nasce (o può nascere) parecchio male, si impone questo puntello sociale dell'"altro". Non che ci sia niente di sbagliato (niente di radicalmente sbagliato, almeno) nel farlo. Ma sia chiaro, è un di più (un di meno, in pratica) della Libertà. Che è tale se - almeno per quanto riguarda la libertà di volere - soggettivamente omofondata.
(Non che voglia fare il Kant ed inventare le parole, però a concetti difficili parole difficili: tralasciando la discussione sul fondamento oggettivo della libertà, il singolo soggetto-volontà è libero quando determina per se la propria volontà; e dunque non in relazione a questi altri)

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domenica 19 ottobre 2008

Giornata di Erba

Il Centro Diocesano per la Pastorale Sociale organizza, ogni anno, una due giorni di formazione all'impegno politico per i giovani di Bergamo, in particolare per quanti, già impegnati in movimenti e partiti, desiderano trovare un'occasione di confronto con i propri coetanei impegnati spesso su altri fronti. Pur essendo una due giorni, per i soliti motivi organizzativi con alcuni altri colleghi del PD riusciamo ad andare solo quest'oggi (tra l'altro, ci si interroga - a parte il simbolismo del luogo, eremo e sepoltura di Giuseppe Lazzati - perché si debba andare fino ad una sperduta frazione di Erba (CO) per un corso della diocesi di Bergamo), e quindi partecipiamo solo alle sessioni conclusive - la sessione del mattino ed i lavori di gruppo del pomeriggio.

So che i miei colleghi, tutti e tre di ortodossa provenienza SG, si sono trovati un po' a disagio; io ero davvero a casa. E rimpiango moltissimo di non poter essere andato ieri - nei limiti del possibile, l'anno prossimo non mi perdo un minuto su due giorni.

In particolare, non avevo mai sentito (negli ultimi otto-nove anni, almeno) parlare ed insegnare mons. Gervasoni...nel dibattito che ha seguito l'intervento non sono riuscito ad intervenire perché avevo ancora la bocca aperta! Fenomenale. Poi certo, nel merito delle questioni ho cercato di dare il mio piccolo contributo nel gruppo di lavoro su la Spiritualità dei laici e, anche se - come al solito - chi deve riassumere il lavoro di gruppo sembra sempre che capisca poco su cosa ci si sia focalizzati, sono contento del confronto, della condivisione e dei piccoli fili di dialogo che sono stati tessuti con quelli di partiti diversi dal mio. Poi certo, l'impressione è che si stupissero più di trovare uno come me nel PD che per altro; da parte mia, ho trovato amici che pensavo non esistessero, e penso che si possa lavorare bene. Certamente, più e meglio di come faremmo continuando ad ostinarci a guardare alla nostra sinistra.

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Biancofiore

L'ho trovato!!

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mercoledì 15 ottobre 2008

Quattro passi d'autunno

Anche se taggarla "escursione" è decisamente troppo, la passeggiata di questo pomeriggio va segnalata anche solo per per il percorso - non perché sia qualcosa di speciale, ma perché vedo nella mia banca dati cartine che una buona parte si è svolta su un sentiero fantasma, non censito e neanche segnato sull'altrimenti maniacalmente precisa mappa del parco dei Colli di Bergamo.

Approfittando della bella giornata e del fatto che il dentista di famiglia, e dunque di mia sorella, è a Ponteranica, mi sono offerto volontario per accompagnarla, onde sfruttare la mezz'ora che avevo messo in conto per provare la strada per la Maresana - contando sulla non eccessiva pendenza e su ampie curve e controcurve, per godermi un po' la guida di montagna. Il Fato, nella forma di un'infermiera-segretaria talmente somigliante ad una mia vecchia conoscenza da tentarmi ogni volta da chiederle se ci conosciamo, mi comunica però che di mezz'ore ce ne vorranno almeno tre, e mi fa capire che è poco saggio fermarmi ad attendere - cosa che non avrei fatto comunque, ma questo è abbastanza insolito e non se lo poteva immaginare. Questo dà dunque la possibilità di raggiungere la Maresana, parcheggiare l'auto e godersi un po' i boschi d'autunno, che in questi giorni guardavo con struggente desiderio dalla finestra di casa.

Tutto il percorso della passeggiata è visibile in questo stralcio della mappa in formato PDF, anche se bisogna stare un po' attenti alla descrizione in quanto si salta di sentiero in sentiero. Il giro si fa in un'ora un po' abbondante.

Partenza dal ristorante sulla Maresana, alla sinistra della foto, seguendo il sentiero CAI BG 502 (non segnalato, mi pare) con le provvidenziali indicazioni Parco dei Colli, in direzione San Rocco (frazione di Ranica). Si procede in pianura su un sentiero comodo, ancorché non molto largo, ed adeguatamente battuto, fino all'incrocio con il sentiero CAI BG 501 (questo è segnato). Si sale a sinistra su un sentiero che sale con pendenza abbastanza decisa, ma ampio e comodo, in direzione dei grossi ripetitori per radio e televisione. Si arriva nei pressi di quella che doveva essere una casa d'abitazione, ed abbastanza signorile, ancora curata ma ridotta a supporto per antenne, badando di non dare troppo nell'occhio e di non sembrare sospetti al carabiniere di guardia (alcuni ecoattentati degli anni passati hanno portato al presidio da parte della forza pubblica degli impianti), non come ho fatto io che, intraprendendo la passeggiata con tanto di giacca e cravatta, ero un po' fuori posto. Di fronte alla casa di cui s'è detto c'è un pilone dell'elettricità, su cui sono tracciati in arancione una croce ed una freccia a destra. Si imbocca (beata incoscienza) un sentierino pochi passi oltre il pilone (e che non troverete sulla cartina), che tenta di seguire la linea di livello ma, dopo una breve discesa, piega leggermente a sinistra in salita. Il bosco è rado ed il sentiero tutt'altro che battuto (era passato qualcuno di recente a tagliare l'erba attorno alle recinzioni di alcune case, e quindi era sgombro; ma dentro il bosco non sei mai sicuro se segui il sentiero o stai improvvisando), ma ci si accorge abbastanza chiaramente che, ad un certo punto, si incrocia un sentiero che sale in lieve pendenza alla tua sinistra (a rigor di logica, da dove stai venendo) e digrada a destra verso un roccolo ben tenuto. Il senso dell'orientamento dice che la croce del disegno è quella del Colle Ranica (più probabilmente è quella di Torre Boldone, ma al momento non sai della sua esistenza), e che quindi bisogna andare a destra, ma anche in salita, e dunque decidiamo di andare a sinistra. Ottima scelta, perché il sentiero torna a girare e si fa pianeggiante, mentre si passa attraverso chiari indizi di una caccia al tesoro (biglietti con mezze parole appesi a diversi alberi lungo il sentiero) e si arriva ad una croce di legno presso la quale gente va in cerca di castagne e c'è un tavolo da picnic. Secondo il Parco dei Colli, siamo arrivati sul sentiero CAI BG 606, praticamente all'altezza del punto panoramico, e ci stiamo ora dirigendo verso est, in direzione della croce in "vetta" al Colle di Ranica. Altra gente in cerca di castagne, ed invece di seguire uno dei cercatori lungo l'ovvio sentiero (ancora il 606, da cartina, ma vi assicuro che non è segnato niente, e che quindi il divertimento è assicurato) per il ristorante Pighèt e l'eliporto, scendo verso nord attraversando un grosso roccolo, intravedendo il tetto del ristorante a destra e quindi tenendo, più o meno, la sinistra (ovviamente, sulla mappa nulla di tutto ciò è segnato, ma vi assicuro che i sentieri ci sono, molti e comodi. A questa fase della passeggiata, ho deciso che porterò il CRE a fare un grande gioco da queste parti). Presto ci si mette su un sentiero abbastanza curato da avere anche canaline per lo scolo dell'acqua, che segue il crinale Colle di Ranica-Croce dei Morti, ma che presto si butta su una carrareccia tenuta ancora meglio, che non so dove vada a sinistra, ma a destra punta decisamente verso il Pighèt, stando alta sopra la strada (segnata sulla mappa) che lo raggiunge. Per risparmiare tempo ed incuriosito dalla piccola folla di cercacastagne che si richiama a gran voce per il bosco, taglio buttandomi nelle foglie che arrivano ne sopra la caviglia e saltando così sulla stradina (asfaltata, checché ne dica la mappa). In breve si sale alla Croce dei Morti (da sempre adorabile per il motteggio che la contraddistingue) (di cui ho trovato solo questa foto d'epoca) e si prende in discesa il sentiero CAI BG 533 per la Maresana (questo è ben segnato, essendo un tratto della celebre Bergamo-Selvino), sempre tra castagni e carpini per tornare al punto di partenza.

Una passeggiata come questa ci voleva, benché si potesse evitare di farla in giacca (presto tolta) e con le scarpe da città (che, ahimè, non si potevano togliere, ma se n'aveva voglia). Il Parco dei Colli andrebbe riscoperto, con tutto che mi manca ancora di percorrere la Valle del Giongo, e sono anni che voglio trovare le sorgenti del Morla. A proposito di Parco, è d'obbligo segnalare l'ottimo sito, da cui - tra l'altro - provengono le foto dei sentieri che ho citato.

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martedì 14 ottobre 2008

Da vedere (con alcuni caveat)


Un film che consiglio appassionatamente. Per niente lungo, un film d'animazione dal creatore di Capitan Harlock (il che, dal punto di vista dell'animazione, dovrebbe essere un punto a favore, immagino), musicato dai Daft Punk (il che, dal punto di vista della musica, è a mio avviso il punto decisivo; ma qui sta il caveat - astenersi monomaniaci dell'acustica).

Benché la locandina lo presenti come un musical house, a me sa più di un poema sinfonico con accompagnamento di immagini. Privo di dialoghi, il film è costruito attorno alle tracce dell'album Discovery del 2001, che accompagnano tutto l'album - e, dal punto di vista metanarrativo, è infatti costruito (benché sia messo in luce solo in conclusione) come un gioco "con i pupazzetti" di un bambino che ascolta l'LP. L'ho visto per caso anni fa, credo ancora su Tele+ quando non esisteva Sky, e qualche giorno fa mi è saltato il ticchio, l'ho reperito e rivisto.

Vi segnalo il video della traccia più celebre, One More Time, e quello con la traccia che, invece, è quella che preferisco io (cioè, che è come scriverei questo tipo di musica se lo dovessi fare - e dacché lo faccio, come vorrei uscisse).

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domenica 12 ottobre 2008

Pranzi e cene

Qualche tempo fa, le autorevoli colonne di Leggo avevano ospitato il dibattito in merito al fatto che lo stress faccia dimagrire o meno. Non ricordo se fossero arrivati ad una conclusione; quello che so è che, pur senza essermi rilassato né stato in panciolle per tutto questo fine settimana, senz'altro tra venerdì mattina ed oggi non sono dimagrito, anzi. Perché la vita sociale, anche quando non sia cercata, ha degli obblighi che, se comprendono il sedersi a tavola, mettono a dura prova coronarie e cinture.

Venerdì sono andato ad Assisi, insieme ad alcuni amici, per partecipare ad un convegno. Non voglio qui dire del lungo viaggio, e dei soliti perenni lavori in corso tra Firenze Certosa e Firenze Sud, e del tratto tra Bettole e Perugia che sembra sempre sia corto e non finisce mai; né delle temperature da primavera inoltrata in cui siamo incorsi, ma nel pranzo da Archimede, fuori dall'autostrada ad Incisa e su fino a Pietrapiana di Reggello; una fiorentina da un chilo come bisogna, ed abbondanti verdure e funghi fritti per contorno. E questo è niente. Perché all'ora di cena, dopo esserci sistemati in albergo in una camera "doppia" con quattro letti, siamo stati condotti a Spello, in un'enoteca in cui si facevano degli assaggi. Morale: selezione di formaggi con composta, prosciutto di Norcia, immense bruschette al tartufo bianco e nero, strangozzi sommersi di tartufo, in crema ed a scaglie, ed il dolce of course, il tutto superbamente bagnato con un ottimo ed abbondante sar.....

Sabato, dopo aver praticamente solo "sfiorato" il convegno perché dovevamo rientrare presto a Bergamo, siamo partiti ed abbiamo percorso al ritorno la sempre più bella Orte-Ravenna, tra Perugia ed Assisi (come già fatto anni fa, ma allora era sera e ci siamo persi tutto il panorama all'intorno); per il pranzo niente di speciale, essendoci fermati all'autogrill Fini dalle parti di Imola. Arrivati poi a casa intorno alle sei, ho pensato di andare a Messa a Negrone, avendo inaugurato la messa itinerante per adolescenti. E, anche se non era stato previsto, ed incerto in merito al dopo cena, perché si voleva andare a teatro ma c'erano state difficoltà con la prenotazione di BergamoScienza, mi sono fermato a cenare (tanto per cambiare) alla Castagnata di Negrone, dove - finalmente - ho potuto togliermi la soddisfazione della trippa. Di una tazza di trippa immensa e fumante, che ho faticato moltissimo a concludere - ed ho dovuto regalare il mio cotechino di secondo, tra il satollo che ero (e si sa che la trippa ha una profondità di riempitura molto più accentuata di qualunque altra pietanza) e la fretta che avevo, avendo scoperto all'ultimo che il teatro era effettivamente quella sera. Il lungo spettacolo, una messa in scena affatto originale e profonda del romanzo La Notte di Keplero, che a ben pensarci avevo letto mentre preparavo la tesina di maturità, ha tenuto impegnati Fabio e me fino alle undici e venti, quando abbiamo deciso di rinunciare ai locali cool dove avevamo una mezza idea di sentire un amico che suonava minimalelectroergot, e di tuffarci in una rassicurante, calda ed acccogliente birreria dove deliziarci di cervogia trappista. E di non farci troppo prendere dalle sirene dei dolciumi notturni.

Stamattina, via ancora, a Celana di Caprino per la Messa di famiglia (come dicevano gli inviti ed i menu del ristorante, Casati & Affini Day; che, non volendo soffermarci su tutti i mille parenti e gli aggiornamenti dell'ultimo anno, si è conclusa come sempre con un pranzo luculliano, di cui tralascio di elencare il menu perché, essendo ancora tutto più o meno disposto tra il cardias e poco sotto, è meglio non riportare alla memoria. Stasera niente cena. Per nessun motivo.

E domani riprende una settimana in teoria leggera, in pratica si vedrà.

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giovedì 9 ottobre 2008

Ripetizioni

Alla fine l'ho data vinta a mia madre. O meglio, dopo il disastroso tentativo dell'anno scorso (cercare di insegnare la fisica dell'università ad una di farmacia che non sapeva nemmeno cosa fosse una derivata, e che ha capito - senza che lo dovessi dire esplicitamente - che a mio avviso le conveniva andare a zappare la terra), grazie all'intermediazione di Consonni, ho una studentessa (delle superiori) cui ho iniziato a dare lezioni di matematica. Come mia madre aveva sempre voluto.

Per uno degli infiniti corollari della Legge di Murphy, per giunta, lo scoglio della nostra studentessa è l'UNICO (forse unico no, ma comunque unico tra le cose che la gente quasinormale studia) argomento di matematica che non ho mai studiato - meglio, che non mi hanno mai fatto studiare; perché in un paio di occasioni avevo deciso di impararlo, e poi m'ero arreso per noia. In altre parole, il calcolo combinatorio. Che, in effetti, è più facile di quanto mi ricordassi - ma non meno noioso. A tenermi sveglio, comunque, c'era il suono della mia voce, che come noto amo ascoltare, specie quando parla aulico tipo consideriamo una funzione scelta che abbia come dominio l'insieme A in luogo di scegliamo un elemento di A (ammesso che esistano "funzioni scelta", e comunque è l'unica volta che ho sparato così alto). Che non solo io amo ascoltare, ma pare la mia studentessa, too, o forse era troppo sconvolta per interrompermi od osare farmi notare l'orologio - andando in classe, ho scoperto, con vari adolescenti passati o tutt'ora permanenti sotto le mie grinfie, di sicuro le hanno messo più paura del necessario -, fatto sta che ho dovuto notare io che, oltre ad avere la gola riarsa, non riuscivo nemmeno più a connettere, ed erano passate già più di due ore e mezza.

Sperando che almeno la differenza tra disposizioni e combinazioni le rimanga in testa (non che, prima di oggi pomeriggio, fosse a me chiara, ma sapendola non è che ci voglia il Nobel, né la medaglia Field)

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martedì 7 ottobre 2008

La Bibbia giorno e notte

Come minimo, l'iniziativa è più che insolita. E, lo odoriamo più che pensarlo esplicitamente, di sapore piuttosto protestante. In effetti, leggere tutta la Bibbia di fila, per una settimana, in una chiesa (S. Croce di Gerusalemme) aperta non stop per l'occasione, con un intermezzo musicale ogni 90 minuti di lettura, e trasmettere il tutto in diretta (inizio e fine su RaiUno, ed il resto su RaiEducational, e comunque in Internet) lo fa diventare un po' spettacolare, e non saprei quantificare la fede o la mediaticità di tanti dei lettori celebri (più o meno, e fortunatamente i pochi sono schiacciati dalla vera e propria folla della gente comune), e tutto sommato non spetta a me né è giusto che mi metta a questionarla.

Tra l'altro la manifestazione, che si prepara da mesi - se ricordo un vecchio articolo che avevo letto e che mi aveva incuriosito - cade in coincidenza con il Sinodo della Chiesa Cattolica dedicato, per l'appunto, alla Parola.

Ascoltarla così (oggi l'ho ascoltata in due sessioni, fino a morire di noia - non è colpa di nessuno, penso, se mi è capitato il Secondo Libro delle Cronache, con una sfilza di re morti ammazzati che avrebbe scoraggiato chiunque), sempicemente - mentre al computer si fa altro, come sottofondo. Prima o poi arriveranno i libri di mio maggior gusto. Per ora, già il libro di Esdra è più interessante (si narra della fine dell'esilio di Babilonia e della ricostruzione del Tempio) di quello che ho ascoltato stamattina e questo pomeriggio.

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lunedì 6 ottobre 2008

Classe Beamer - Uno schema per la Bicocca

Nei commenti di un recente post, insieme a Consonni (lui firma Cristian++, ma lo troviamo abbastanza pretenzioso) si è discusso di Beamer, classe di LaTeX usata per la realizzazione di presentazioni professionali e dall'aspetto accademico. E qui, specie in questo periodo, diamo molta importanza all'aspetto accademico delle cose.

Ad ogni modo, la classe è decisamente potente, e lo testimonia il mastodontico manuale di duecento e passa pagine che tralascia tutta la (si scoprirà poi perché) fondamentale "bassa manovalanza" per la personalizzazione. Ma soffre dell'esistenza di pochi schemi pronti. Non che servano più schemi di quelli che ci sono, ma (per dire) è un'impresa anche solo cambiare il colore dello sfondo, figuriamoci azzardarsi a cambiare il layout o a fare una pagina personalizzata per il titolo (intento non del tutto peregrino, in quanto bisognerà pur aggiungere la voce "Relatore" a quella "Autore"). E, già che c'eravamo, anche cambiare i tre temi di colore forniti dalla distribuzione standard (sul blu, sul giallo-arancione e bianco) perché tutto faccia meglio pendant.

Ho così scritto una classe "bicoccascienze" che, oltre ad usare il tema verde della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. (è infatti noto che il colore di scienze è il verde, da che mondo è mondo), personalizza un po' qua e là. Allo stato, per essere sinceri, è ben poco utilizzabile senza "aprire" il file beamerschemebicoccascienze.sty, perché non avevo né tempo né voglia di sistemarlo per renderlo universale, essendo che in fin dei conti sono io a doverlo usare.

Ad ogni modo, qui è disponibile per il download una presentazione di prova (a dire il vero, quello che ho fatto finora per la seduta di laurea) che mostra il tema. Ho anche provato a caricarla sul cosiddetto youtube delle presentazioni ma la conversione al suo formato rovina decisamente.

Chi fosse interessato al template me lo chieda scrivendo a matteo.casati[at]teletu.it. Sarò felice di inviarvelo (forse voi sarete un po' meno felici di riceverlo, visto che è tutto fuorché perfetto)

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domenica 5 ottobre 2008

Abilità di programmazione

Stasera è un po' così...merito della Castagnata

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giovedì 2 ottobre 2008

Sull'assioma di scelta

Chiaramente il merito non è mio, ma del nostro amico Paolo N. Cerea, laureando in matematica; si capisce dal fatto che l'italiano è comprensibile, l'articolo è essenziale e, soprattutto, non viene tirata in ballo nemmeno una volta la derivata di Lie - il che sarebbe difficile, tra l'altro, trattandosi di fondamenti della matematica.

Al limite, sarà lui a vedersela con il diventare logico, oppure filosofo: insomma brutta gente; ci propone, infatti, la dimostrazione (PDF document) della famosa equivalenza tra assioma di scelta, Lemma di Zorn e Teorema di Zarnelo (tra l'altro, ormai ho la deformazione dei reference, la questione era già stata posta, nella blogosfera "allo stato delle conoscenze dell'autore", dal Prooof).

Credo, però, che i lettori lo capiranno prima di me, anche perché c'è un problemino di analisi che mi stuzzica...

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